Frammenti, uno spettacolo di alto spessore culturale

 

Frammenti è uno spettacolo ispirato ad alcuni testi vincitori del Premio Sila ’49, scritto e diretto da Eduardo Tarsia, ed eseguito in modo brillante dalla compagnia teatrale dell’Officina delle Arti.

Gli scrittori prescelti sono Domenico Cuppari e Sandro Bonvissuto.

Opera intensa, emozionante, tanti spunti di riflessione.

Storie di vite vissute ed esperienze difficili, come quella del carcere, che esprimono il disagio di persone semplici, ingenue, in un mondo non sempre giusto, anzi, spesso malato.

In effetti, di spettacoli sulle condizioni carcerarie ne sono stati prodotti tanti.

Lo scarto evidente, tra questa messinscena e tante altre, sta nella capacità di far rivivere la temperatura umana, il disagio, l’ingiustizia subìta dai personaggi, senza artefici mimetici, di raccontare delle storie umane vere e tragiche, con passione e semplicità, senza giudizi e senza censure.

Accompagnato dal bravissimo fisarmonicista Piergiuseppe Maggi, lo spettacolo di Tarsia è un grido di angoscia  di chi scopre che, in alcune situazioni, l’uomo è spogliato finanche della sua dignità, proprio da chi lo dovrebbe proteggere: lo Stato.

Un susseguirsi di scene, precedute da una voce narrante, dove non vige un qualsivoglia principio di giustizia o clemenza divina.

Giovedì 27 aprile, è andato in scena, all’Officina delle Arti, uno spettacolo di alto spessore culturale.

Musiche tematiche, luci soffuse, voci narranti, un pubblico molto attento.

Una frase che, forse, lo potrebbe sintetizzare:

“…Il muro non si è mai evoluto, perchè è nato già perfetto. Tutti i giorni, all’ora d’aria, puoi arrivare a toccarlo con il naso. Se non lo tocchi tu, lui non ti tocca. Non è una cosa che fa male, è un’idea che fa male.”

La gente era vistosamente commossa.

Qualcuno, mentre si recava fuori del teatro, diceva: Frammenti mi ha emozionato veramente tanto…